Storie

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Vini Scirto. Una storia

Giuseppe Scirto aveva 5 anni quando per la prima volta, all’inizio delle vacanze estive, la sua mamma lo accompagna con la sua valigia alla stazione della circumetnea di Randazzo affidandolo al bigliettaio. Pochi chilometri sul trenino a gasolio che tutt’oggi lentamente viaggia intorno al vulcano per collegare i piccoli centri etnei. Il bigliettaio della circumetnea sa che Giuseppe deve scendere a Passopisciaro, lì c’è Don Pippino che aspetta il nipotino per trascorrere le giornate estive insieme nella vigna. Fino alla vendemmia Don Peppino, con l’aiuto di Giuseppe, tutti i giorni vanno in vigna e poco al giorno, nel tempo scandito dalla sirena, portano avanti i lavori di stagione. Dopo la sirena delle 16.30 il riposo diventa produttivo: si rientra in casa, e ripuliti dalla finissima polvere della vigna ci si ritrova alla piazzetta di Passopisciaro, nodo nevralgico del traffico locale. E’ il luogo in cui il viandante sceglie la direzione: Messina, Troina o Catania. Le direzioni sono incise su tre lastre di pietra bianca incastonate su una colonnina di nera pietra lavica ” ‘a culonna”, è così che la chiamano a Passopisciaro. La posizione è strategica. Qualunque sia la meta del viaggio il passaggio dalla “Culonna” è passaggio obbligato, come obbligata diventa la sosta del viandante per comprare ” ‘u vinu d’o Passupisciaru“. Era proprio alla Culonna che Don Peppino e Giuseppe passavano i pomeriggi a riposare la schiena e a vendere il vino ai passanti. All’ombra delle case in pietra lavica, seduti su un gradino i caldi pomeriggi di apparente ozio, rappresentavano la commercializzazione del prodotto del lavoro dell’anno prima.

Dopo la scomparsa di Don Peppino il percorso era naturalmente segnato. Giuseppe continua a lavorare la vigna come ha imparato dal nonno, alla colonna adesso va a bere l’acqua, e il suo vino, bianco e rosso, lo imbottiglia. Il nome bianco che si legge in etichetta è “Don Pippinu” mentre il rosso si chiama ” ‘A culonna ”.

Li ho bevuti. E nel calice ho sentito i profumi intensi di una storia vera; ho visto i colori di una vita semplice, ho percepito la longevità di una cultura tramandata attraverso i gesti;

Accanto a Giuseppe adesso c’è Valeria, che lo segue in vigna e lo supporta tutti i giorni. A Valeria mancano pochi esami per completare i suoi studi in lingue, ma la sua priorità oggi non è la laurea ma stare in vigna accanto a Giuseppe. Insieme lavorano le vigne del nonno, vigne di oltre 80 anni coltivate ad alberello e suddivise in piccoli appezzamenti sparsi fra Passopisciaro e Randazzo. Sperano di vendere tutto il vino Giuseppe e Valeria, perché non sopportano di vedere vigne abbandonate e non gestite; vogliono comprarle, “perché sennò è peccato.”

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Wine blogger???

Non sapevo chi o cosa fossero i Wine Blogger, sapevo solo di dover dare una mano ad organizzare un tour per loro sulla mia Etna, e di doverlo fare raccontando il territorio, il vino, i vigneti, la storia della mia terra… pane per i miei denti insomma! 
Era la primavera del 2012 ed il tour si sarebbe svolto nella seconda metà di settembre, a grappoli quasi maturi. Quel tour avrebbe rappresentato per me la soglia di un mondo silenzioso e discreto, che oggi mi attrae e mi invoglia. 

Un mese più tardi partecipavo alla mia prima Wine Blogger Comunication Conference.

Un’extraterrestre! così mi sentivo… Atterrata su un pianeta in cui il linguaggio è differente, un linguaggio tutto digitale che viaggia veloce, spesso a piccole dosi, e che non mi spiego perché venga scelto. Osservo e cerco di decriptare.

Da quella conference ne esco invischiata di una sensazione complessa che forse si potrebbe riassumere in cinque concetti: “efficienza” – “vivacità”- “ecologia”- “annullamento del limite spaziale”- ” professionalità”.

La sensazione che ho portato a casa è che i blogger usano abilmente strumenti che consentono loro di comunicare in maniera rapida, efficiente e professionale. 
Senza alcun limite di tempo e spazio raggiungono ogni angolo di mondo evitando di incrementare la produzione di inchiostri inquinanti o il consumo di carta. Mi è sembrato meraviglioso!!! … non è poi così comune!
…e tornata a casa l’altra magia… ognuno torna al suo continente, paese, città, ma ci si incontra sulla rete: è come essere in stanze vicine dello stesso appartamento. Ma che strano… e che divertente!!

Nel corso dei mesi successivi alla mia prima Wine Blogger Conference inizio ad avere sospetto di quanto sia potente lo strumento che gli amici blogger detengono e mi chiedo in che modo posso interagire con loro.

Ancora una volta spinta dall’amore per la mia Etna, incoraggiata dal successo del wine blogger tour etneo e dall’interesse internazionale che questo ha generato, mi ritrovo alla conference 2013 come EtnaWineSchool, la neonata iniziativa che ha preso forma grazie all’incontro con Benjamin Spencer avvenuto (guardacaso!) proprio durante la conference 2012!

In effetti a pensarci bene potrei aggiungere un sesto concetto ai cinque elencati in precedenza: ” incontro “. Si, la conference diventa un momento di incontro strategico, in cui si rivedono gli amici già conosciuti e se ne conoscono di nuovi, e negli anni diventano così tanti che quasi non si riesce a dedicare tempo a tutti. Li chiamo amici ma potrei chiamarli contatti, clienti, partner, concorrenti… Un evento in potenza che da un calice di vino degustato in compagnia può generare ogni forma di interazione personale o professionale.

E vista dal banco d’assaggio di Etna Wine School? Come mi è sembrata la conference? 

Beh, in quel caso era il mondo che passava da noi. Ho trovato stupefacente quanto il banco abbia suscitato interesse e stupore. Mi sembrava incredibile che il vino di un piccolissimo produttore artigianale etneo in un solo giorno venisse degustato ed apprezzato da palati esperti provenienti da decine e decine di paesi diversi; e mi chiedevo come fare a spiegare al produttore agricolo che vive e produce in un piccolo paese alle pendici dell’Etna che tipo di visibilità ha avuto! sono due mondi così distanti… ma che si sono incontrati attraverso un calice e che con buona probabilità si incontreranno ancora.